giovedì 14 gennaio 2010

Incontri

Vado all'incontro di presentazione del nuovo psicologo della scuola. Parla, fa domande. A un certo punto dice:- La rassegnazione è qualcosa di troppo etico per fare parte del mio modo di pensare.
La rassegnazione è una brutta parola, certo. E l'accettazione?
Subito parto con uno dei miei trip mentali: che differenza c'è tra rassegnazione e accettazione? L'accettazione è più creativa? E' basata sulla consapevolezza e quindi è una forma di libertà? Sarò posseduta dal calo di glicemia dovuto al salto del pasto?
Ora lo psicologo sta parlando di stereotipie e mi ricordo che al mattino sono salita in auto e ho interrogato le strofe della prima canzone che usciva dalla radio per trovarci qualche messaggio positivo. Peggio che leggere l'oroscopo, e sì che la colazione non la salto.
E salutare tutti i gatti per nome prima di uscire? E infilare la mano in tasca per stringere nel palmo il topo di peluche che fa da portachiavi? Saranno stereotipie e pure gravi? O antiansia veniali?
In questi giorni ho in mente L'eleganza del Riccio e allora mi viene da pensare che, anche se siamo adulti, dobbiamo prenderci cura continuamente del fragile assemblaggio sbilenco della nosta identità e lo facciamo come meglio possiamo, riuscendoci sempre e solo in parte. O, almeno, a me capita così.

4 commenti:

  1. Ecco...dunque...la rassegnazione è negativa perchè uno alza le spalle e se ne va.
    L'accettazione è positiva perchè uno alza le spalle, sospira e dice"...e va beh, andrà meglio la prossima".
    Salutare i gatti è cortesia.
    Infilare la mano in tasca e stringere il topo è necessità. Sana, io dico. Lo faccio anch'io.
    Condivido l'eleganza del riccio: assembliamo le nostre identità come meglio possiamo.

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  2. L'accettazione "sì" anche per me è più creativa. E tutti i riti che si fanno per avere più fortuna sono più o meno normali. Va a periodi, in certi te ne freghi di più, in altri c'è più superstizione!

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  3. "Fragile assemblaggio sbilenco della nostra identità" mi piace molto.

    La tua signora avrebbe parecchio da ridire, temo, se mi vedesse parlare non solo coi gatti ma anche con tutti gli insetti che girano per casa, compresi gli scorpioni e i ragni che devo mettere fuori perché altrimenti ad Ale prende un cococlone. O se mi sentisse parlare con le piante... e taccio sul cercare di interpretare gli eventuali segni non solo delel canzoni ma anche di immagini, colori, coincidenze e così via.

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  4. Probabilmente l'eccettazione, come scrivi, presuppone l'esercizio della volontà, quindi è una scelta.
    La rassegnazione è accettazione obtorto collo.

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