giovedì 13 gennaio 2011

Gli amanti del secolo

Entro in un negozio: "Buongiorno, vorrei comprare una sveglia digitale".
Il commesso mi guarda in modo strano. Chissà, forse le persone normali impostano la sveglia sul cellulare. Glielo dico che non sono normale? E che il mio cellulare giace spesso esangue e sperduto nell'armadietto della palestra, nel cappotto portato in lavanderia o nel fustino del Dixan? Meglio di no.
L'uomo apre la vetrina con espressione incolore.
Azzardo un: "Mi piace quella sveglia lì, è facile da impostare?".
Mi guarda inorridito e sibila: "Se leggi le istruzioni, sì".
Ribatto: "A volte le istruzioni sembrano pensate per gli ingegneri, più che per le casalinghe".
"E' tutta questione di aprire la mente". Intanto mi fissa come se volesse scardinare la mia con un martello.
"Bene, leggerò le istruzioni, ma se non le capisco ti riporterò la sveglia".
Si inalbera: "Ah, no, se non ci sono difetti di fabbricazione non accettiamo resi".
Detto questo richiude a chiave la vetrinetta con le sveglie di Tiffany e ironizza: "Forse ti conviene comprare una sveglia con le lancette".
Glielo dico che ho un'amica che lo ucciderebbe per molto meno?
Invece replico soavemente: "Potresti prestarmi le istruzioni? Così le leggo e decido se sono alla mia portata. Sai, non vorrei fare tardi al lavoro perché, al posto dell'ora in cui dovrei alzarmi, ho impostato il tasso di umidità".
Esita.
Gli avranno raccomandato di tenere segreti i documenti per timore che vengano diffusi in rete da Wikileaks?
Poi però mi asseconda, ma con l'aria di uno che ha un improvviso attacco di gastrite. Io e questo commesso abbiamo sicuramente i pianeti in conflitto.
Qualcuno potrebbe sostenere che ci sono le premesse perché diventiamo gli amanti del secolo, ma temo piuttosto che, se resteremo vicini ancora per qualche minuto, cominceremo a prenderci a calci negli stinchi.